La Scuola di Cavalleria di Lecce, promuove la solidarietà.

La Scuola di Cavalleria di Lecce, promuove la solidarietà.

La scuola di Cavalleria di Lecce promuove il senso della vita attraverso la solidarietà della donazione del sangue. Si è tenuta nei giorni scorsi una grande lezione di vita dagli uomini della Scuola di Cavalleria di Lecce, che hanno dato un senso tangibile del loro amore per la vita, recandosi in tanti presso il Centro Trasfusionale dell’Ospedale “Vito Fazzi” per donare il sangue. Una iniziativa voluta e condivisa da tutta la Scuola di Cavalleria capitanata dal comandante, il generale di Brigata Angelo Minelli. La decisione di donare il sangue è stata condivisa da tutti i militari della scuola proprio per onorare la festività di San Giorgio, martire milite, esempio di amore e solidarietà per gli altri. Sicuramente lo staff del centro trasfusionale dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce è rimasto piacevolmente sorpreso dalla moltitudine di uomini e donne in divisa pronti a dare la loro vita per gli altri non solo in tema di protezione militare.“Donare il sangue è importante: è un gesto che salva la vita non solo in casi di emergenza –  sostiene il generale Angelo Minelli- ma tutti i giorni, poiché donare  il non significa soltanto devolvere la propria linfa vitale, ma è  un forte esempio di cittadinanza attiva nel senso più vero del termine, personalmente sono un donatore da diversi anni e ogni volta la sensazione è sempre la stessa, mi sento appagato della mia scelta che non ritengo un evento straordinario ma un umile esempio da trasmettere per il suo valore etico-civico e morale”. Più di cento i donatori che hanno partecipato in un clima di gioia accolti dal direttore medico, dr. Giampiero Frassanito, del direttore del Dipartimento Trasfusionale, dr. Nicola Di Renzo e di tutto il personale del reparto in un clima di festa e gioia.” “Il gesto della donazione – continua Minelli – ha una doppia valenza, ritengo infatti che sia l’input per attivare  un processo di responsabilità che vede il donatore come un cittadino che liberamente e spontaneamente si preoccupa per la sua salute, adottando uno stile di vita sano per essere idoneo alla donazione offrendo così come risultato finale di questo processo, la salute stessa, come dono. Credo che dietro la decisione di ogni donatore ci sia un motivo speciale che lo rende unico rendendosi utile alla società. Il mio ringraziamento a tutti coloro che hanno donato, a quelli che purtroppo non hanno potuto farlo per diverse motivazioni e a tutti gli altri il mio appello è quello di continuare questo processo di identificazione con gli altri attraverso la solidarietà”.

Maria DE GIOVANNI

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